Ho appena finito di ascoltare il discorso di Matteo Renzi a Pietrarsa.
Non entro nel merito dell’oratore Renzi o dell’eventuale presenzialismo del Ministro Franceschini ma vorrei parlare della sostanza.
Pietrarsa è stata una tre giorni dove si sono affrontati i temi degli assi portanti del Piano Strategico del Turismo (PST2016) italiano con 400 persone che a vario titolo sono attori del Turismo nazionale.
400 persone che sulla base di trame e sollecitazioni hanno parlato, suggerito, ottimizzato e sintetizzato la loro idea che diventerà documento di base per la discussione del #PST2016.
Persone.
La differenza tra un progetto di parole, tra un convegno glassato di buone intenzioni, tra un pomposo e retorico Pianodiqualchecosa la fanno sempre le persone che lo animano.
Le persone che sono state chiamate dentro Enit, dentro Mibact, e prima ancora quelle che hanno collaborato con TDlab sono persone che conosco e nelle quali ho fiducia.
Sono persone che hanno esperienza e competenza, sono persone che ci credono, sono persone con le quali ho parlato e delle quali condivido parecchie idee.
Sono persone con un sacco di dubbi ma che hanno voglia di provare a cambiare le cose.
Poi ci sono le persone che hanno partecipato a Pietrarsa: molte entusiaste, parecchie diffidenti, tante critiche. Persone che nel mio peregrinare agli eventi sul turismo ho imparato a conoscere, persone che in tanti anni di presenza in rete ho imparato ad apprezzare per il loro pensiero e il loro operato.
Ecco, quelle persone stanno mettendoci la faccia con la speranza che sia quel momento tanto atteso.
A partire da domani ci saranno tre mesi a disposizione per discutere e provare a creare un PST2016 si spera efficace e moderno che potrà indicare le strade da percorrere per canalizzare più proficuamente i finanziamenti e per dare strategia unica alle mille esistenti.
Non entro nel merito, per ora. Tante sollecitazioni importanti, tanti stimoli, alcune cose buone altre da rivedere per capirle meglio ma abbiamo perso tanto tempo, dietro mirabolanti campagne promozionali o fantastici portali. Perdere tre mesi lo trovo davvero il minimo, un biglietto che sono disposto a pagare per provare a cambiare le cose.
Perché io so che questa partita non si gioca con le eventuali promesse da marinaio di Renzi o la retorica calcolata di un Ministro ma si gioca con le persone che conosco.
La differenza la fanno le persone serie.
La sostanza sono le persone più che le parole.
Io ci sarò, per quanto possa essere utile il mio apporto, senza sconti se ci saranno percorsi che non condivido.
Ma meglio esserci e provarci che rimanere alla finestra ingrossandosi il fegato e magari rimpiangendo di non avere fatto tutto ciò che si poteva fare per migliorare le cose.
Spero di non essere deluso ma preferisco correre il rischio.
Rimanere sugli spalti non è ancora per me.
Fare l’ultras del Presidente Renzi o del Ministro Franceschini non è per me.
Dare il mio contributo per avere qualcosa in cambio non è per me.
È per me vedere la nascita di un nuovo modo di collaborare, tra Enti e Privati, tra imprenditori e operatori, tra comunicatori e politici. Questo Piano Strategico ha la possibilità di diventare metodo di lavoro prima che piano. In un mondo immerso nella comunicazione sarebbe anacronistico non comunicare produttivamente.
Questo mi interessa.
Solo questo.
Buon PST2016 .
pst.beniculturali.it
PS: Se ognuno si concentrasse su quello che sa fare e giudicasse le persone che li circondano per i fatti e non per le opinioni forse l’Italia sarebbe meno nevrotica.